Euro Digitale

L’Euro Digitale: la svolta è vicina

L’Unione europea accelera sul progetto: un accordo politico potrebbe arrivare a breve. Sul tavolo ci sono i nodi più delicati: il limite massimo di euro digitali che cittadini e imprese potranno detenere, i vantaggi per i consumatori e le inevitabili lentezze del Parlamento europeo.

Bruxelles spinge per il 2026

Nei prossimi giorni potrebbe arrivare una decisione storica sull’euro digitale. La Banca centrale europea preme da mesi per avere un quadro legislativo entro il 2026, e ora il progetto è diventato una priorità dell’Eurogruppo. Se ne parlerà il 19 settembre a Copenaghen, durante la riunione congiunta dei ministri delle Finanze e dell’Ecofin sotto presidenza danese. Obiettivo: chiudere i negoziati entro fine anno.

Cos’è l’euro digitale?

È la versione elettronica del contante, garantita dalla BCE, pensata per affiancare – e non sostituire – banconote e monete. Un mezzo di pagamento sicuro e gratuito, utilizzabile ovunque nell’Eurozona, anche offline. La Banca d’Italia lo spiega con una metafora: “Come una foto su cornice digitale rispetto alla sua stampa: cambia il supporto, non il contenuto”.

Il nodo del limite

Uno dei punti più discussi riguarda la soglia massima di euro digitali che ognuno potrà detenere nel proprio “wallet”. Un tetto necessario per evitare che i risparmi vengano spostati in massa dai conti bancari all’euro digitale, con il rischio di destabilizzare il sistema finanziario.

Le banche restano centrali

Dal palco dell’Abi, il membro del comitato esecutivo BCE Piero Cipollone ha rassicurato il settore: le banche manterranno un ruolo fondamentale di intermediazione e saranno remunerate per i servizi offerti. A differenza dei depositi tradizionali, però, l’euro digitale non sarà remunerato.

Vantaggi e sfide

Un euro digitale renderebbe i pagamenti più resilienti, anche in caso di crisi o blackout della rete, riducendo la dipendenza europea da giganti come Visa e Mastercard, che oggi coprono il 65% dei pagamenti digitali. Ma restano ostacoli politici: il Parlamento europeo procede a rilento e alcuni deputati hanno espresso dubbi, nonostante le pressioni di Christine Lagarde per accelerare l’iter.

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