Il test del sangue che rivoluziona la diagnosi dell'Alzheimer

Alzheimer: un semplice esame del sangue potrebbe rivoluzionare la diagnosi

Un semplice prelievo del sangue potrebbe diventare la chiave per svelare l’Alzheimer anni prima che la malattia attacchi la memoria. È la speranza accesa da uno studio epocale condotto su oltre 5.700 adulti ispanici e latinoamericani, una popolazione spesso sottorappresentata nella ricerca scientifica, che ha finalmente trovato una correlazione tra i sintomi auto-riferiti e specifici biomarcatori nel sangue.


Una svolta nel rilevamento precoce

I ricercatori della Facoltà di Medicina dell’Università della California a San Diego, in un lavoro pubblicato su JAMA Network Open, hanno analizzato campioni di sangue di partecipanti di età compresa tra 50 e 86 anni. Il loro obiettivo: identificare le proteine legate al declino cognitivo, come la beta-amiloide e la proteina tau, anche in persone che non mostravano ancora sintomi evidenti di demenza.

La scoperta è rivoluzionaria: i problemi di memoria e di pensiero, percepiti dai partecipanti stessi, sono risultati correlati alla presenza di specifici biomarcatori nel sangue. Questo apre la strada a un futuro in cui un test diagnostico potrebbe essere più rapido, meno invasivo e significativamente più economico rispetto ai metodi attuali.

“Abbiamo bisogno di metodi per identificare precocemente le malattie neurodegenerative nei pazienti con sintomi cognitivi”, ha spiegato il dottor Freddie Márquez, autore principale dello studio. “Questa ricerca evidenzia il potenziale dei biomarcatori del sangue come strumenti più accessibili e scalabili, specialmente per le popolazioni meno servite dai metodi tradizionali”.


Un passo avanti per l’equità nella ricerca

Il contesto dello studio è altrettanto importante quanto i risultati. Come sottolinea il professor Hector M. González dell’Università della California a San Diego, la popolazione ispanica e latinoamericana è la più esposta al rischio di Alzheimer, con la previsione di un aumento significativo della prevalenza nei prossimi decenni. Nonostante ciò, questa comunità è storicamente sottorappresentata negli studi clinici. Questo nuovo lavoro si è posto l’obiettivo di colmare questa lacuna, fornendo dati cruciali che potrebbero cambiare il futuro della diagnosi per milioni di persone.


Il test non è la soluzione finale, ma un nuovo inizio

Sebbene la scoperta sia estremamente promettente, i ricercatori avvertono che c’è ancora molta strada da fare prima che un simile esame possa entrare nella pratica medica di routine. Il test non è destinato a sostituire i metodi diagnostici esistenti, ma a integrarli.

Attualmente, la FDA ha approvato solo un esame del sangue per l’Alzheimer, il Lumipulse G pTau217/Aβ42, che è costoso e disponibile solo in centri medici specializzati. Questo studio dimostra che la ricerca sui biomarcatori del sangue è la direzione giusta per rendere la diagnosi più democratica e accessibile a tutti, offrendo la speranza di intervenire prima che i ricordi svaniscano per sempre.

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